L'Australia divisa in due
Pareggio. Testa a testa. Parlamento in bilico. Questa la situazione in Australia a seguito del voto di oggi, dopo la fulminea campagna elettorale seguita all'allontanamento del primo ministro Kevin Rudd.
Julia Gillard che ne ha preso il posto ha fatto male i suoi calcoli, basati su un'iniziale euforia dei sondaggi nei suoi confronti.
Spingendo il paese al voto ne ha di fatto consegnato la metà alla Coalizione, guidata dal liberale Tony Abbott.
Quattro cose sono ora chiare a tutti.
Nessun partito ha conquistato i 76 seggi necessari per una maggioranza stabile. Non succedeva dalla Seconda Guerra Mondiale.
Il Labor ha perso la maggioranza ed è l'unico partito che è arretrato.
Tony Abbott ha saputo sfruttare la sua innata indole populista per far breccia tra gli australiani. Si è già dichiarato vincitore forte del successo elettorale, anche se la carenza di seggi lo costringerà a dover trovare scomode alleanze.
Gli indipendenti e i Verdi saranno l'ago della bilancia. Il partito ambientalista di Bob Brown conquista oltre l'11% dei voti scrutinati, decidendo di fatto l'esito delle consultazioni.
In Senato tutti guarderanno a lui.