Cosa emerge dalle elezioni in Brasile
Siamo poco oltre il 69% dei voti scrutinati e si profila un ballottaggio tra la candidata socialista Dilma Rousseff, delfina di Lula, e José Serra.
Tra i due ci sono una decina di punti. Un risultato temuto da molti; una prova decisamente sotto le aspettative per la Rousseff.
La grande novità arriva da Marina Silva, la candidata ambientalista "nera e di umili origini" come ama definirsi, in grado di intercettare il voto giovane e di una nuova generazione di sinistra che non si riconosce più in Lula e nel Partito dei Lavoratori.
Al momento sfonda il tetto del 20%, diventando l'ago della bilancia del probabile secondo turno. Vince nettamente nel Distretto Federale della capitale Brasilia.
Da segnalare che i sondaggi davano alla Rousseff una vittoria schiacciante già al primo turno.
[01:26] Al 90% degli scrutini il risultato di fondo non cambia. Aumenta leggermente la forbice per Dilma Rousseff ai danni di Serra.
[07:11] Concluso di fatto lo spoglio cresce il vantaggio di Dilma Rousseff, che tuttavia resta sotto il 47%. Era data al 51 negli ultimi sondaggi.
Serra fa il suo - ovvero molto poco - e tuttavia conquista un secondo turno che sulla carta gli era negato. Poco sotto un terzo dei voti, era dato al 25%. Massimo risultato con il minimo sforzo.
L'exploit di Marina Silva - alla fine sarà giusto un pelo sotto il 20% - rovina la festa a Lula e al Partito dei Lavoratori. C'è un vento nuovo in Brasile e questo può solo fare bene.
Alla fine il 31 ottobre vincerà Dilma, prima donna a ricoprire la massima carica in Brasile, ma con quanta sofferenza. Paga il peso opprimente di Lula e alcuni recenti scandali che hanno segnato il Governo.
Si votava anche per eleggere i governatori federali e per rinnovare il Parlamento.