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Tiziano Caviglia Blog. Il blog pubblicato da Tiziano Caviglia (full stack dev, blogger, fotografo e game designer) che esplora i più interessanti contenuti multimediali. tiziano.caviglia.name

Misteri e Racconti della Liguria: la fanciulla di Dolceacqua (-5)

Wow   20.12.24  

Il castello Doria è un'antica fortificazione che domina il borgo Dolceacqua. Nelle notti di tempesta le grandi orbite vuote delle finestre riempiono di terrore gli incauti passanti e gli abitanti che si attardano sulla via di casa.
Si racconta ancora la storia di Filomena Colla. La fanciulla più graziosa del borgo.
Correva l'anno 1615 e il vecchio segretario del duca si invaghì di lei. Filomena lo respinse, ma questo fece solo infuriare il vecchio che, per vendetta, ordì contro di lei false accuse e la fece rinchiudere nei sotterranei del castello.

Lì, dimenticata dai suoi carcerieri, Filomena Colla morì di fame di sete.
Da quella terribile notte il fantasma di Filomena si aggira per il borgo per comparire innanzi alle giovani poco prima delle loro nozze. Un perenne ammonimento contro la malvagità.

Misteri e Racconti della Liguria.

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Misteri e Racconti della Liguria: la civetta della Valle Dianese (-6)

Wow   19.12.24  

Nel 1635 una grave epidemia colpì gli animali che vivevano tra i boschi della Valle Dianese.
In quei tempi giunse dall'occitania una guaritrice. La donna, interpellata dagli abitanti, iniziò a curare le bestie e in breve tempo tutte guarirono.
La guaritrice chiese allora un compenso in monete d'oro, ma gli abitanti del dianese si rifiutarono e la cacciarono armi in pugno, accusandola di stregoneria.

La donna si rifugiò in un bosco, nella località chiamata Lucus Bormani e situata nei pressi dell'odierna Diano Marina. Come suggerisce il nome, la foresta era dedicata fin dai tempi preromani a Bormanus, una divinità ligure, e che in seguito era stata offerta a Diana.
Da quel luogo la donna usciva ogni notte di luna piena prendendo le sembianze di una civetta, uccello sacro alla dea. In quella veste volava per la valle fino sul davanzale di una fanciulla da maritare iniziando a stridere e squittire fintantoché la poveretta non moriva.
Atterriti, i dianesi decisero infine di pagare la guaritrice che scomparve per sempre.

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Misteri e Racconti della Liguria: i dodici fondamenti della verità (-7)

Wow   18.12.24  

Era un anno di miserie e di fame. Un povero padre di famiglia si disperava perché non poteva sfamare la sua famiglia. Nessuno voleva più fargli credito e lui girava sconsolato per le vie rimuginando che avrebbe ceduto l'anima al diavolo pur di non far morire di fame i suoi figli.
Sulla strada incontrò un ricco signore e questi sentendolo disperare gli domandò cosa mai lo affliggesse tanto. L'uomo raccontò le sue sventure e allora il ricco signore, con l'aria di provare una gran compassione, rispose che aveva la soluzione. Tirò fuori da sotto il mantello una grossa e pesante borsa. Quando la aprì il povero rimase senza parole. Era ricolma di sonanti monete d'oro.

L'uomo non sapeva se rallegrarsi o se tutto fosse un tentativo per farsi beffe di lui, ma il ricco signore gli disse di prendere il denaro, non a debito, ma come regalo a patto che quella stessa notte, dopo il dodicesimo rintocco del campanile, si ripresentasse in questo luogo per elencare tutti e dodici i fondamenti della verità.
Il pover'uomo contento com'era annuì e ancora incredulo corse a casa senza nemmeno ringraziare. Non si preoccupava della promessa, poiché era sicuro che sua moglie avrebbe saputo aiutarlo a trovare le giuste risposte.

Tornato a casa la moglie e i figli piansero di gioia alla vista di quella ricchezza. L'uomo spedì tutti i figli a fare provviste per preparare una grande cena e quando tutto fu pronto la famiglia invitò a tavola anche un vecchio mendicante che si rea accampato al freddo poco lontano dal loro casolare.
Arrivò presto la sera e il marito, ancora a tavola chiese alla moglie se sapeva quali fossero i 12 fondamenti della verità. Ci pensarono a lungo, ma nessuno riusciva a trovare delle risposte convincenti.
Fu in quel momento che il vecchio mendicante ringraziò per il lauto pasto e disse che per sdebitarsi sarebbe andato lui all'appuntamento. Tutta la famiglia era sollevata e si lasciarono con grandi abbracci e saluti.

Scoccato l'ultimo rintocco della campana il mendicante si fece trovare nel luogo stabilito. Dopo un attimo di silenzio una voce, che sembrava giungere dalle profondità della terra chiese: - Qual è il primo? -
- Un solo Dio. -
La voce riprende a interrogare: - Qual è il secondo? - e il mendicante senza incertezze: - I due misteri della nostra santa fede. -
- E qual è il terzo? -
- Le tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. -
La voce un po' stizzita a questo punto incalza con le domande: - Qual è il quarto? -
- I quattro evangelisti. -
- Il quinto? -
- Le cinque piaghe di Gesù Cristo. -
- Il sesto? -
- I sei precetti della Chiesa. -
- Il settimo? -
- I sette sacramenti. -
- L'ottavo? -
- Gli otto alberi in fiore di Gerusalemme. -

Ora la voce appare davvero esasperata dalla prontezza delle risposte, ma insiste con le domande: - Dimmi qual è il nono? -
- I nove cori degli angeli. -
- Il decimo? -
- I dieci comandamenti di Dio. -
- L'undicesimo? -
- Le undici lampade accese di Gerusalemme. -
Il dodicesimo? -
- I 12 apostoli. -
- Il tredicesimo? -
- Va all'inferno diavolo che non sei altro! - Sbottò a questo punto il mendicante. - Il tredicesimo non esiste! -
- Ah, lo sapevo. Sei San Martino! Non posso spuntarla se si mette di mezzo San Martino. -

Perché l'uno era il diavolo, sempre alla ricerca di un'anima da carpire, e l'altro era San Martino.

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Misteri e Racconti della Liguria: le ombre dei monaci cistercensi (-8)

Wow   17.12.24  

A Tiglieto, nella città metropolitana di Genova, sorge l'antica Abbazia di Santa Maria alla Croce oggi sconsacrata. Conosciuta anche come Badia di Tiglieto, fu fondata il 18 ottobre del 1120 da una comunità di monaci provenienti da La Ferté, dando origine alla prima comunità cistercense in Italia.
L'ordine cistercense è conosciuto per il suo classico abito bianco e basa il proprio stile di vita sull'allontanamento dal mondo dettato dalla severa Regola di San Benedetto, fondata sul lavoro manuale, sulla preghiera e sulla spiritualità per seguire l'esempio dei primi apostoli.

Nel corso dei secoli il terreni dell'abazia, diventati ricchi e fertili grazie al duro lavoro di generazioni di monaci furono al centro di aspri conflitti di interessi tra le famiglie nobiliari che possedevano grandi terreni nella zona.
Il declino della badia iniziò nel 1635 quando fu affidata in enfiteusi perpetua al cardinale Lorenzo Raggi che diede il via a grandi trasformazioni urbanistiche.
Nell'abbazia ormai abbandonata rimasero solo le tombe dei monaci lì sepolti.
Molti racconti narrano come in alcune notti, dal luogo ove sorgeva il piccolo cimitero, figure incorporee si alzino dalla terra e silenziose sfilino verso l'antica badia nell'operosa ricerca del loro convento.

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Misteri e Racconti della Liguria: le sale insanguinate della Commenda di San Giovanni di Pré (-9)

Wow   16.12.24  

L'attuale complesso della Commenda di San Giovanni di Pré, a Genova, venne edificato a partire dal 1180 alla foce del rio San Ugo, oggi non più visibile, in un'area che allora si affacciava sul mare.
Lì anticamente sorgeva una chiesa intitolata al Santo Sepolcro, eretta nel 636, quando, secondo la tradizione, vi furono deposte le presunte ceneri di San Giovanni Battista, trasportate in città all'epoca della prima crociata e in seguito traslate nella cattedrale di San Lorenzo.
La chiesa apparteneva all'Ordine dei canonici del Santo Sepolcro. L'ordine infine cessò di esistere e le sue proprietà nella penisola italiana passarono agli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuti anche come Cavalieri di Malta.
La fondazione della Commenda, che si deve a Guglielmo di Voltaggio commendatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, serviva come ricovero per i pellegrini diretti in Terrasanta e come acquartieramento per i cavalieri.

Nel 1385 papa Urbano VI riparò a Genova dopo la fuga da Nocera dove era stato assediato dalle truppe di Re Carlo III di Napoli. Insieme alla sua corte c’erano sei prigionieri: cardinali che avevano ordito una congiura nei suoi confronti. Per i prigionieri tirava una brutta aria perché il papa voleva punire con la morte il loro gesto.
Solo uno di essi si salvò, il cardinale Adam Easton liberato in seguito alle implorazioni del re d'Inghilterra. Tutti gli altri, compreso il ligure Bartolomeo Cogorno, vennero giustiziati nella Commenda e seppelliti nei sotterranei.

Si dice che Genova e i genovesi, come tutti i liguri, non dimenticano. Nei secoli che seguirono l'eccidio non pochi avrebbero giurato di aver visto le pareti e i pavimenti tingersi di rosso durante la notte dei morti.

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Breve storia degli scudi medievali

Wow   16.12.24  

Lo scudo ha assunto molte forme e dimensioni nel corso di migliaia di anni di utilizzo. Il suo design non è casuale né puramente estetico. Modern History analizza come l'evoluzione dello scudo durante il Medioevo ci sveli come l'arte della guerra sia cambiata durante quei secoli.

Nel corso del Medioevo lo scudo non era solo un'arma difensiva, ma rifletteva anche lo stato delle tattiche militari del tempo. Gli scudi subirono un'evoluzione significativa per adattarsi alle mutevoli esigenze del campo di battaglia, dai rotondi scudi vichinghi ai grandi scudi a mandorla dei cavalieri.
Gli scudi più piccoli e agili potevano essere utilizzati da fanteria leggera e arcieri, consentendo una maggiore mobilità e agilità in battaglia. Al contrario, gli scudi più grandi e pesanti erano ideali per la cavalleria pesante, offrendo una protezione più ampia contro le armi nemiche.
L'evoluzione degli scudi nel corso del Medioevo rifletteva anche i cambiamenti nella tecnologia bellica e nelle strategie militari. Con l'introduzione di armi da lancio più potenti e di cavalleria pesante sempre più dominante, gli scudi dovevano adattarsi per offrire una difesa efficace contro queste minacce crescenti.

Lo studio dell'evoluzione degli scudi durante il Medioevo ci fornisce un'interessante finestra non solo sulla tecnologia e sul design bellico dell'epoca, ma anche sulle complesse dinamiche della guerra e sui cambiamenti nelle strategie militari in un periodo storico segnato da conflitti e mutamenti sociali.

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La storia della tuta spaziale britannica

Geek   15.12.24  

Decenni prima del programma Apollo della NASA, la British Interplanetary Society progettava una tuta spaziale per andare sulla luna.
Questa curioso prototipo, che assomigliava a un'armatura, rifletteva l'entusiasmo e la creatività dei pionieri spaziali del tempo che sognavano di esplorare l'universo con soluzioni tecnologiche visionarie.

Tom Scott ripercorre la ricerca e lo sviluppo di questa tuta riscoprendo un pezzo di storia dell'esplorazione spaziale attraverso la determinazione dei visionari dell'epoca nel portare l'umanità oltre i confini del nostro pianeta.

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Misteri e Racconti della Liguria: la radura delle fate (-10)

Wow   15.12.24  

Nell'antichità pre-romana, durante le tre lune piene tra aprile e giugno, le donne delle tribù dei Tigulli si affrettavano lungo i sentieri e la valli verso la cima del monte sacro alla dea portatrice di stagioni per raccogliere le bacche, i fiori, le erbe medicinali e i favi di miele selvatico per farne medicamenti e tisane per cui erano famose.
Le donne di Rapallo trascorrevano la notte del solstizio d'estate nella grande radura a levante, circondata da grandi querce. Lì, al riparo di menhir bianchi disposti a semicerchio, una sorgente sotterranea sgorgava in una polla d'acqua.

Nei secoli queste donne, accusate di stregoneria dall'ottusa e violenta incomprensione degli uomini, impararono a non fare parola dei loro incontri e poiché nulla era stato scritto, nulla è rimasto se non nell'antiche storie raccontate dal vento in cui rivive la radura delle fate laddove, nelle notti serene, si possono vedere lepri bianche ballare sotto la luna piena.

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Misteri e Racconti della Liguria: la congiura di Gian Luigi Fieschi (-11)

Wow   14.12.24  

Il 2 gennaio 1547 ebbe luogo la congiura di Gian Luigi Fieschi che fallì miseramente nel tentativo di assassinare Andrea Doria.
Fieschi morì annegato nelle acque del porto di Genova, trascinato sul fondo dal peso della sua armatura da parata. Due giorni dopo l'onda di marea riporto il suo corpo sulla banchina del molo, ma durante il giorno dopo del suo cadavere si erano perse le tracce.

Una romantica versione popolare narra che Gian Luigi Fieschi fosse riemerso dal mare ancora vivo per venire soccorso da Ginetta Centurione. I due amanti segreti si nascosero nella chiesa di San Bartolomeo al Porto per poi trovare rifugio ad Albaro nella villa di Antoniotto Spinola, nonno di Alerame che nel 1602 fece mirabilmente affrescare la dimora; e lì si sposarono.
Negli orti di Villa Spinola i due fuggiaschi trascorsero alcuni mesi travestiti da paesani, lavorando nel frutteto famoso per gli alberi di amarene.

In una notte d'estate senza luna Gian Luigi Fieschi e Ginetta Centurione si imbarcarono su un leudo a Boccadasse alla volta di Saint-Tropez, dove vissero ricchi e felici.

Secondo la tradizione nobiliare genovese a Villa Spinola Albaro sono sempre state celebrate nozze benedette dalla fortuna e dell'amore, durante le quali non manca mai di essere servito uno sciroppo scuro preparato con le amarene e le foglie degli alberi del giardino.

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