Amsterdam in otto ore
Avevo solo notizie di seconda mano sulla Venezia del nord ed erano tutte sbagliate.
Ti aspetti la metropoli e invece ti ritrovi in una città dove, all'apparenza, la vita scorre forse più lentamente che altrove.
Il primo impatto è con Schiphol. Ordinato, efficiente a due passi dal centro e con collegamenti puntali e rapidi. L'opposto di Malpensa. Air France-KLM tutta la vita.
L'aringa cruda, venduta in tutte le salse, è immangiabile. Come buona parte della cucina locale. Salverei solo la birra.
I tassisti parlano correttamente l'inglese. Basterebbe già questo, no? E' che poi sono anche zelanti e non ti stressano durante il viaggio.
Forse è perché sono tutti indiani.
Il problema razziale e dell'immigrazione esiste, ma in una città in cui convivono più di un centinaio di nazionalità ha tutta un'altra accezione che da noi.
Le piste ciclabili che corrono lungo i canali sono vertiginose. Il fatto è che qui nessun pedone si sognerebbe mai di mettere il piede oltre le linee gialle. E le auto parcheggiano nei posti assegnati.
Il numero di FON Spot trovati è quasi imbarazzante.
Ho come l'impressione che i coffeshop e il De Wallen siano lì ad esclusivo uso e cosumo di folle di turisti italiani.
Il resto è cultura e Rivoluzione industriale.