Parlamento impiccato
L'unica certezza emersa nel corso della notte elettorale britannica è che non esiste un vincitore assoluto. Il paese è spaccato e non ha saputo esprimere una maggioranza stabile.
La previsione della BBC mostra i Tory al 37% con 306 seggi - ben distanti dalla soglia dei 326 parlamentari necessari a governare con tranquillità -, il Labour in ripresa sui sondaggi si attesta sui 262 seggi al 28%, peggio delle attese i LibDem di Clegg inchiodati al 23% con 55 seggi e nonostante tutto decisivi ai fini di formare un governo di coalizione.
Mentre Cameron dichiara la vittoria la palla passa a Gordon Brown; secondo la Costituzione in mancanza di una maggioranza assoluta viene infatti concesso al primo ministro uscente la possibilità di cercare un'intesa per formare un nuovo governo. E i primi contatti con i LibDem sarebbero già iniziati.
Anche in questo caso i numeri non ci sarebbero.
Davanti ai conservatori si prospettano ora due alternative.
Cercare l'accorgo con Clegg costruendo una coalizione basata sui compromessi o scegliere la via che Harper ha tracciato in Canada. Governare senza maggioranza forzando ogni volta il parlamento sul voto.
Prospettive non rosee per chi da un anno veniva indicato come il sicuro futuro leader incontrastato del Regno Unito.
Un altra certezza sarà la permanenza di Brown a Downing Street ancora per quale giorno, come minimo.
Da oggi emerge una Gran Bretagna un po' più simile all'Italia. Auguri.
[13:37] Via via che passano le ore cresce l'incertezza e i Tory retrocedono.
Conservatori 294 seggi, Labour 251, LibDem 52.
Si aspetta una dichiarazione di Cameron per le 14:30, ora di Greenwich.
[17:34] I dati definitivi non lasciano spazio a interpretazioni. Clegg ago della bilancia. Cameron sta tessendo la sua trama per portare i LibDem dalla sua, Brown si affaccia alla finestra nella speranza che i contatti falliscano.
Conservatori 306 (36%), Labour 258 (29%), LibDem 57 (23%). I restanti 28 seggi vengono spartiti tra le formazioni minori che raggiungono il 12%.