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La parata del 2 giugno e gli slacktivist

Res publica   30.05.12  

In inglese c'è una parola che si adatta alla perfezione a chi su Twitter ieri ha portato avanti la petizione #no2giugno per fermare le celebrazioni della nostra festa nazionale, adducendo la necessità di dirottare i fondi (già spesi) per la parata alle zone colpite dal terremoto. E' slacktivism.

Uno slacktivist è chi si lava la coscienza con demagogiche petizioni, apposizioni di firme e campagne che non prevedono un'azione diretta e significativa per il soggetto proponente.
Un placebo morale che in questo caso placa la comprensibile empatia verso i terremotati in Emilia e che si infrange contro l'oggettiva inutilità dell'iniziativa.

I finanziamenti per la ricostruzione si raccolgono in parte attraverso le imposte (più efficace sarebbe una campagna contro l'evasione fiscale) e per il restante con misure d'urgenza straordinarie decise dal Governo che seguono un iter ormai consolidato in caso di disastri naturali.

Oggi più che mai le popolazioni colpite dal sisma hanno bisogno di sentirsi parte di una comunità, parte di un paese unito che ricorda i suoi valori condivisi.

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