Come vengono colorate le foto spaziali
Tutti abbiamo visto le spettacolari fotografie scattate da sonde e telescopi spaziali che ci hanno mostrato un universo dai colori vividi, ma gran parte di quelle fotografie è stata scattata in bianco e nero, come quelle catturate da Hubble.
Per produrre una foto a colori, il telescopio spaziale Hubble acquisisce l'immagine in bianco e nero usando un filtro a banda larga che cattura una gamma di luce rossa, verde e blu, il modello di colori di tipo additivo meglio conosciuto come RGB, per poi venire combinati per creare una foto a colori reali.
Tuttavia gli astronomi spesso vanno oltre la gamma dinamica percepita dall'occhio umano al fine di mostrarci immagini che non sarebbero altrimenti visibili.
Per questo processo Hubble sfrutta un filtro a banda stretta, ovvero filtra le lunghezze d'onda estremamente strette dello spettro di luce visibile che corrispondono a singoli elementi come ossigeno e idrogeno, calibrando quindi il colore di ciascuna immagine in modo che corrisponda al modello RGB.
I Pilastri della Creazione sono sicuramente una tra le più famose fotografie ottenute con questa tecnica.
Nel caso delle nebulose, se queste venissero colorate prendendo in esame solo lo spettro di luce visibile ai nostri occhi apparirebbero per lo più di colore rosso.
Oltre lo spettro visibile si passa poi nel reame dell'ultravioletto e dell'infrarosso, completamente invisibili per noi, ma facili da fotografare.
A esempio, la foto della Nebulosa Testa di Scimmia è stata ottenuta attraverso la colorazione di un'immagine scattata all'infrarosso.