Il curioso metronomo di Beethoven
Ogni direttore d'orchestra sa che le notazioni musicali sulle composizioni di Ludwig van Beethoven presentano un tempo troppo veloce, che spesso è necessario rallentare durante l'esecuzione.
Per anni gli studiosi si sono interrogati sul perché di questo inusuale andamento e alcuni hanno sollevato il dubbio secondo cui il metronomo, lo strumento per la misurazione della velocità del tempo musicale, del famoso compositore di Bonn potrebbe essere stato rotto o addirittura sabotato.
Una nuova recente ipotesi, suggerisce la possibilità che Beethoven, come molti di noi, soffrisse della sindrome dell'early adopter; questo portò il compositore di Bonn ad affidarsi a uno strumento non ancora ben temperato in un'epoca priva di standard condivisi.
Ludwig van Beethoven (1770-1827) fu uno dei primi compositori a iniziare a usare un metronomo, un dispositivo brevettato da Johann Nepomuk Maelzel nel 1815. In quegli anni, iniziò a modificare le sue opere con notazioni numeriche basate sul metronomo. I dubbi sulla validità di queste notazioni risalgono all'Ottocento e nel corso del Novecento sono state condotte numerose analisi musicologiche, alcune delle quali già facevano pensare all'ipotesi che il metronomo fosse rotto, presupposto che non potrà mai essere verificato. In ogni caso, la maggior parte dei direttori d'orchestra omette queste notazioni in quanto le considera troppo veloci (Romanticismo), mentre dagli anni '80 altri direttori (Storicismo) le hanno usate per suonare Beethoven. Tuttavia, i critici musicali e il pubblico hanno descritto questi concerti come troppo frenetici e persino sgradevoli.