Un reattore a fissione nucleare naturale sulla Terra
Nel 1972, il fisico francese Francis Perrin scoprì presso l'impianto militare di riprocessamento del combustibile nucleare di Pierrelatte, in Francia, uno strano fenomeno. Sembrava infatti che una parte dell'isotopo 235, nei campioni di uranio che giungevano dalla miniera della Compagnie des mines d'uranium de Franceville in Gabon, fosse già stato usato.
Scartate le prime ipotesi che riguardavano errori nelle rilevazioni, possibili sabotaggi o contaminazione dei campioni, le ricerche si concentrarono sulla miniera di Oklo, nella provincia di Haut-Ogooué, dove furono ritrovate tracce di elementi che sono sottoprodotti caratteristici di una reazione di fissione nucleare.
La scoperta portò alla luce il primo reattore a fissione nucleare naturale del nostro pianeta. A quanto si è appreso le reazioni di fissione nucleare vennero innescate circa 1,7 miliardi di anni fa grazie all'abbondanza dell'isotopo 235 dell'uranio e alla presenza di acqua nella miniera che agì come moderatore dei neutroni e come fluido di raffreddamento.
I ricercatori ritengono che il reattore naturale rimase in funzione per alcune centinaia di migliaia di anni con una potenza termica media inferiore ai 100 kW.