Il destino di Kaliningrad dopo l'invasione russa dell'Ucraina
La guerra imperialista che la Russia ha scatenato per annettere l'Ucraina sta avendo un impatto significativo e imprevisto sulla sua enclave di Kaliningrad. A causa delle conseguenze dell'invasione questo territorio sul baltico, reminiscenza dell'Unione Sovietica, è diventato estremamente costoso da gestire e particolarmente vulnerabile.
L'allargamento della NATO, con l'ingresso di Finlandia e Svezia, ha reso il Mar Baltico di fatto un mare interno dell'Alleanza Atlantica, la difficoltà dei collegamenti terrestri imposte dai paesi baltici e dalla Polonia e la chiusura dello spazio aereo europeo, che costringe l'aviazione russa a rotte tortuose per raggiungere Kaliningrad, rendono la sostenibilità economica di questa realtà quantomeno incerta.
The Icarus Project analizza come i movimenti secessionisti nell'enclave di Kaliningrad, come il Partito Repubblicano Baltico che promuove l'identità baltica della città e difende i diritti delle minoranze etniche presenti nella regione, il varco di Suwalki che rappresenta il punto più stretto nel territorio NATO tra la Bielorussia ostaggio di Putin e Kaliningrad, il collasso dell'economia russa e le crescenti difficoltà dell'esercito di Mosca in Ucraina, contrapposti all'allargamento della NATO e alla coesione dell'Unione Europea e dei suoi partner, rappresentino una situazione complicata e inutilmente onerosa per la Russia che deve sostenere ingenti spese per mantenere una presenza militare nell'area e al contempo affrontare le sfide economiche e sociali della regione. Una coperta troppo corto dall'esito imprevedibile.