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Significato e simbolismo dei colori nel Medioevo

Res publica   15.02.25  

James Wade, di MedievalMadness, ci offre uno sguardo affascinante su come i colori venivano considerati durante il Medioevo, rivelando che ogni tonalità portava con sé significati profondi legati a classe sociale, purezza, regalità e religione.

Questa percezione dei colori non rifletteva solo gusti estetici, ma anche norme sociali e culturali di un'epoca in cui il simbolismo e la rappresentazione visiva avevano un forte impatto sulla vita quotidiana.
In questo contesto, in linea di massima, il bianco era il simbolo di purezza, associato a concetti di innocenza e virtù. Al contrario, il rosso rappresentava il peccato e la passione. Il blu era legato alla figura della Vergine Maria, diventando un colore sacro e venerato.
Il nero ha avuto un duplice significato, associato inizialmente come simbolo di malvagità, si è gradualmente trasformato in un colore che rappresentava la Chiesa attraverso i paramenti sacerdotali. Ancora il viola era il segno di ricchezza e nobiltà, dato che il suo processo di produzione era costoso e laborioso.
Tuttavia, alcuni schemi di colore, come righe e quadretti, erano considerati scandalosi e inappropriati. Questo potrebbe derivare dal fatto che, visivamente, i nostri antenati trovavano accettabili i motivi che presentavano forme più chiare su sfondi scuri, mentre le righe e i motivi a scacchi erano percepiti come un caotico miscuglio di colori, incapace di trasmettere un messaggio chiaro e univoco. Persino gli animali a strisce, come le tigri e le zebre, venivano temuti più di altri e associati a creature maligne.

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